Da questa ricerca esce un quadro di manager preoccupati ma coraggiosi, che puntano sulla professionalità dei propri collaboratori e piuttosto che licenziare ed abbassare i prezzi voglio aumentare la formazione e migliorare la propria offerta, chiedono la riduzione del peso fiscale ed amministrativo ma anche strumenti innovativi di marketing ed interventi mirati di stimolo della domanda.
• La crisi sistemica ed economica nel turismo continuerà anche nel 2021 mentre l’emergenza consumerà tutto o quasi il restante dell’anno 2020.
• Per risorgere si punta sulla qualità delle risorse umane, non sull’abbassamento dei prezzi, formando il personale e conservandone l’occupazione.
• Servono strumenti innovativi per rilanciare la domanda, come i voucher vacanza, e non solo la riduzione del peso fiscale.
Questi i tre principali risultati della ricerca di Skal International Roma che ha interpellato oltre 100 decision makers italiani del mondo delle professioni turistiche.
Di seguito riassumiamo i punti salienti della ricerca.
Gli Esperti del mondo delle professioni turistiche pensano che le conseguenze della crisi COVID 19 dureranno ben oltre un anno, questa l’opinione di oltre il 50% degli intervistati e per l’88% almeno un anno di lavoro sarà’ compromesso dall’emergenza attuale.
Il blocco delle attività turistiche durerà 6 mesi o anche di più per oltre metà degli intervistati e questa percentuale sale al 71% tra le Agenzie di viaggio ed i Tour Operator.
Nonostante queste premesse non troppo ottimistiche, solo il 29% degli intervistati dichiara di voler ridurre da subito il personale mentre invece ben il 40% intende investire subito in formazione e riqualificazione dei propri dipendenti e collaboratori e tale percentuale sale addirittura al 59% nel mondo dei servizi per il turismo e dei professionisti.
Per quanto possibile le strutture e gli intermediari hanno tentato di accontentare i clienti. Nelle strutture ricettive il 52% ha spostato le prenotazioni senza penali mentre il 66% degli intermediari ha preferito emettere voucher sostitutivi da spendere più avanti.
La sfida del futuro si vincerà sulla qualità più che sul prezzo e infatti mediamente solo il 7% degli intervistati offrirà incentivi, maggiori commissioni o sconti alle OTA (come Expedia e Booking), grossisti e tour operator. Tale percentuale sale al 16% tra le Agenzie ed i Tour Operator.
Metà degli esperti pensa di iniziare le azioni di marketing subito dopo il picco della crisi, anche con campagne social e sui motori di ricerca (investendo quindi sul proprio brand) mentre il 52% degli intermediari inizierà con azioni di marketing nel solo mercato italiano.
Il 43% degli intermediari pensa di praticare sconti particolari ma invece nel complesso i manager turistici pensano che i prezzi debbano rimanere inviati (71% delle risposte).
Sarà necessaria più pubblicità e marketing e le imprese chiederanno agli intermediari di ridurre le commissioni ed allo Stato di ridurre le imposte, fare compagne promozionali e promuovere eventi.
Gli intermediari sono maggiormente interessati alla nascita di voucher di sconto (33%) contro il 13% dei manager degli alberghi, probabilmente perché conoscono i buoni vacanze francesi e svizzeri e i voucher spagnoli e ne hanno apprezzato i significativi risultati.
Infine, la maggioranza delle imprese non solo non vuole licenziare ora ma anche in prospettiva non vuole ridurre il personale (42%). Nel settore alberghi e ristorazione tale percentuale sale al 48%. Inevitabile però un blocco delle assunzioni.